antitrust

La cosiddetta “tassa Airbnb”, secondo l’Antitrust “appare potenzialmente idonea ad alterare le dinamiche concorrenziali tra i diversi operatori, con possibili ricadute negative sui consumatori finali dei servizi di locazione breve”. L’Autorità oggi sottolinea inoltre di essere “pienamente consapevole che l’intervento del legislatore mira a realizzare un interesse pubblico di natura fiscale e a contrastare il fenomeno dell’evasione. Tuttavia – precisa – l’introduzione dei suddetti obblighi non appare proporzionata rispetto al perseguimento di tali finalità”, che potrebbero “essere perseguite altrettanto efficacemente con strumenti che non diano al contempo luogo a possibili distorsioni concorrenziali nell’ambito interessato”.

Fonte: Redazione Ansa
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Nel contenuto dell’attività di segnalazione n. AS1451, l’Autorità sottolinea che il DL 50/2017 “potrebbe scoraggiare, di fatto, l’offerta di forme di pagamento digitale da parte delle piattaforme che, come noto, hanno semplificato e al contempo incentivato le transazioni online, contribuendo a una generale crescita del sistema economico. In quest’ottica, l’intervento fiscale in esame appare suscettibile di alterare le dinamiche concorrenziali tra i gestori dei portali telematici, a discapito di coloro che adottano modelli di business fortemente caratterizzati dal ricorso a strumenti telematici di pagamento, che negli ultimi anni si sono affermati nel settore dell’economia digitale, risultando funzionali alla sua promozione e all’ampliamento della gamma e della qualità dei servizi offerti, nonché sullo sviluppo delle dinamiche competitive tra i vari gestori dei suddetti portali telematici.” […] “L’Autorità ritiene che, per soddisfare l’interesse fiscale sotteso alla normativa in esame e al contempo evitare che si producano svantaggi competitivi tra i diversi modelli di business adottati dai soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare, anche attraverso la gestione di portali online nell’ambito delle locazioni brevi, la disciplina potrebbe limitarsi a prevedere misure meno onerose per i soggetti coinvolti, quale ad esempio la vigente previsione di un obbligo fiscale di carattere informativo in capo agli intermediari e ai gestori di piattaforme immobiliari telematiche (art. 4, comma 4, del D.L. n. 50/2017).
Tale obbligo, infatti, anche alla luce dei chiarimenti resi dall’Agenzia delle Entrate con la circolare n. 24 del 12 ottobre 2017, appare proporzionato, nella misura in cui non altera il confronto concorrenziale tra gli operatori del settore e non presenta alcuna incidenza sulla scelta di mettere a disposizione dei consumatori forme di pagamento digitale. Inoltre, tale obbligo informativo appare consentire al Fisco di disporre del set informativo necessario a svolgere le eventuali verifiche sui redditi derivanti dai contratti di locazione breve che ricadono nella normativa in esame”.


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Paolo Gasparri
Autore: Paolo Gasparri

Co-Founder de La Casa che Avanza e coordinatore della piattaforma web. Responsabile dei rapporti con Enti e Istituzioni.
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